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Terzo Giorno
Mi sveglio, e lentamente incomincio a smontare la tenda, sgonfiare il materassino, re-infilare tutto nelle sacche di compressione… una riga per scriverlo, un’ora per farlo.
Parto che sta per albeggiare. Penso che, se sarò fortunato, magari beccherò l’alba proprio a Rocca Calascio, uno dei luoghi più suggestivi di questo viaggio.
Poco dopo l’abitato di Santo Stefano faccio un incontro assai inaspettato: un gruppo di una ventina tra cinghiali e cuccioletti! Aspetto che attraversino la strada, a debita distanza, mentre tra me e me penso “ma sono arrivati anche qui? Anche i lupi saranno in vacanza…”
Passati i porcellini, continuo la salita verso Rocca Calascio….
…eh sì, sono proprio fortunato.
Essere a Rocca Calascio, completamente da solo ed averla tutta per me, alle prime luci dell’alba. Wow.
La mia buona stella mi sorride, e confido di finire il trail in giornata.
Dai 1340 metri sul livello del mare di Rocca Calascio perdo rapidamente quota fino ad arrivare a valle, per poi tornare a salire fino ai 1240 metri di Castel del Monte.
Non ero mai stato qui, se non di passaggio in macchina. Sono le otto del mattino, e mi fermo ad un bar per fare colazione. Stamattina da signore: cornetto e cappuccino.
Riparto e prendo una lunga e ripida strada in ghiaia in salita. Direzione, Campo Imperatore.
Ma sbaglio qualcosa: sono finito nel campo di qualcuno! La strada che dovrei percorrere passa 10 metri più in alto, parallelamente a questo campo. Con fatica, spingo la bici fino a riguadagnare la strada.
Purtroppo devo incominciare a lesinare sulle foto: i miei due powerbank sono esauriti, ed il mio (vetusto) cellulare non tiene la carica molto a lungo.
Però, la strada che porta a Campo Imperatore è un susseguirsi di meraviglie che sarebbe un peccato non immortalare…
Intravedo il Corno Grande! Casa mia è proprio lì dietro…
Se intravedo il Corno, vuol dire che sto per arrivare nel luogo principe del giro…
…alla Piana di Campo Imperatore!
Scendo giù per la piana, e seguendo un accenno di traccia lungo il prato…
…arrivo al Rifugio Racollo, dove mi fermo per una birra e un panino. Faccio anche rifornimento di un paio di litri d’acqua, dato che adesso mi toccherà fare un altro tratto di 30km senza l’ombra di una fonte.
Al posto del panino, mi sarebbe piaciuto fare un pranzo a base di arrosticini al leggendario Ristoro Mucciante, che è poco più avanti… ma la tappa di oggi sarà lunghissima: non sarebbe una buona idea fermarsi troppo a lungo e con questa ressa di turisti le attese bibliche sono assicurate.
Riprendo la bici, e via in direzione EST per un altro luogo simbolo di questo MAGS: il Canyon dello Scoppaturo!
Dal Canyon, dopo uno stretto e tecnico sentierino in salita ed una discesa attraverso i prati, arrivo al Ristoro Mucciante. Da lì, seguo la strada asfaltata verso Castel del Monte, finché non devio sulla sinistra per proseguire lungo una carrareccia nel bosco.
Ed è così che scopro la Vallestrina, un posto stupendo. Non faccio foto: devo risparmiare la batteria del telefono, poiché in caso di emergenza ho solo quello.
Dopo una bella salita, ed un bel single-track nel bosco, arrivo alla suggestiva Piana del Voltigno, ennesimo posto che scopro solo grazie al MAGS.
Al ristoro del Voltigno, strapieno di turisti, ne approfitto per prendere una coca cola. Riparto, e su comoda forestale all’ombra dei faggi attraverso il Voltignolo.
Finché non inizia la discesa. È tempo di valicare di nuovo il Gran Sasso, stavolta dalla sua estremità Orientale!
Qui succede una cosa assai particolare: non appena passo dall’altro versante, quello col Mare Adriatico per intenderci, vengo improvvisamente accolto da un bella vampata d’afa. Bentornato caldo!
La discesa su forestale è infinita. Non ho la minima idea di dove mi trovo, non sono mai stato in questi posti. Ad un certo punto, arrivo ad un gruppo di casette e c’è un cartello:
“Contrada Santa Maria, Comune di Villa Celiera”
Come Villa Celiera! Sono in provincia di Pescara? Quando ci sono arrivato?
Insomma, l’ultimo posto conosciuto era Mucciante, regno degli arrosticini, ed il primo posto conosciuto dopo Mucciante (seguendo il MAGS) è Villa Celiera, impero degli arrosticini. Che gli organizzatori stiano cercando di dirmi qualcosa?
Purtroppo devo ignorare tali messaggi così evidenti, confesso a malincuore, e proseguo per la mia traccia. Imbocco un piccolo sentierino, all’inizio un po’ chiuso dalle erbacce (sono già lontani i ricordi della sentieristica perfetta di Campo Imperatore!) ma che poi fortunatamente migliora.
Dopo un single-track infinito, in cui rimpiango per l’ennesima volta di non avere la bici scarica ed il reggisella telescopico, arrivo … ehm … qua:
Sì, devo scendere di lì. Come vorrei una bici scarica adesso!
Mi rassegno e scendo a piedi. Non senza aver prima fotografato un cartello, il quale giustamente non mi dice dove mi trovo, ma invece rende gloria a quello che evidentemente è il signore di queste (ignote) terre:
Proprio lui.
Scese le scalette, sulla mia destra, a due passi, c’è la Cascata del Vitello d’Oro…
…ma non me ne accorgo, svolto a sinistra seguendo un canale e lascio il tutto così, venendo meno all’ossequio dovuto al geotritone.
Scendo su asfalto verso Farindola, lungo una gola con una bella falesia di roccia dove vedo un gruppetto di scalatori arrampicare.
Alle 4 del pomeriggio, finalmente, Farindola.
La discesa è finita, ed ora mi toccherà pedalare.
Da Farindola, a 530m s.l.m., prendo la strada asfaltata che sale verso Rigopiano, fino a circa 900m s.l.m. Ogni tanto mi fermo a controllare la pressione delle gomme, ma niente sono gonfie: il mezzo non ha nulla che non va, sono le mie gambe che girano poco!
Prendo una strada su ghiaia che, fortunatamente in discesa, mi porta a Colle Mesole, e poi su asfalto fino al fosso sotto ad Arsita.
Ma ancora non sono ad Arsita. Infatti, per arrivarci, gli organizzatori del MAGS hanno pensato bene di farmi risalire lungo una strada ripidissima che la testa suggerirebbe di fare a piedi. Io la percorro ostinatamente in sella, ed arrivato in cima mi dà il benvenuto un signore complimentandosi di cotanta impresa da scalatore:
“Tu si’ nu matt!”
Mi fermo ad un bar di un ragazzo, dove ordino dapprima una birra, poi una coca cola ed un gelato, ed infine una granita al limone.
Riparto e mi fermo al supermercato, per qualcosa da mangiare lungo il viaggio e delle batterie di scorta per il frontalino: sono le sei del pomeriggio, pedalo da quasi 14 ore, e mancano ancora 40km alla conclusione del MAGS.
Appena uscito da Arsita, prendo un sentiero che inizia con dei rovi, e che finisce in una bella pozza di melma. La mia bici è bella infangata, quindi perfetta per instagram una volta terminata “l’impresa”.
Incomincio a scendere in una valle dove non c’è nulla. La discesa è bella ripida, ed il fondo è sabbioso. Un terreno davvero particolare, perfetto per le mie ruote FAT.
Raggiunta la valle, sono circondato dal niente. Ogni tanto incontro qualche sparuta casa dove, immancabilmente, c’è un qualche cane a cui non devo essere molto simpatico.
Confesso che inizio a preoccuparmi: se la parte rimanente del MAGS è così, non sono così sicuro sia una buona idea farla, da solo, di notte.
Proprio mentre penso “ma davvero questa strada va da qualche parte?”, vedo un altro pazzo avventuriero venirmi incontro: è Maurizio! Gli organizzatori del MAGS sono venuti a salvarmi.
Insieme a Maurizio ed un suo amico (di cui ho dimenticato il nome, perdonami!) usciamo da questa valle e ci ritroviamo, con mia sorpresa, a Castiglione Messer Raimondo.
Tra chiacchiere e risate, Castiglione, Castilenti, e Villa San Romualdo scorrono via in un baleno.
A notte inoltrata arriviamo alle due famigerate frazioni, una l’ultima nella provincia di Teramo, l’altra l’ultima nella provincia di Pescara, i cui nomi sono studiati in modo da invogliare il viandante a proseguire e mettere piede nella provincia confinante.
Ormai siamo arrivati agli sgoccioli. Dopo alcuni sali-scendi, ed una piccola deviazione fuori traccia per visitare il centro di Città Sant’Angelo, arriviamo al punto da cui tutto è cominciato, e alla fine di questa “avventura”.
È arrivato il momento della foto: la bici è pronta dopo il bagno nella pozza di fango ad Arsita.
Fine.
…
…
P.S. 1: Se siete arrivati fin qui, beh complimenti! Avete completato un “MAGS virtuale”.
P.S. 2: Vi ricordate dell’orsetto? C’era veramente!