Novembre 2018: Pietralba

Per il giro di questo sabato mattina ho scelto un (vecchio) itinerario di nonnocarb, targato difficoltà “media”: ha piovuto e diluviato per tutta la settimana, e questo ha precluso la fruibilità in sella di buona parte dei sentieri nei dintorni.

Parto in solitaria verso le otto del mattino e mi reco ai piedi della funivia del Colle. Decido di salire in funivia per due motivi: 1) sono l’unico utente della funivia e 2) le forti piogge dei giorni scorsi hanno creato non pochi problemi alla sentieristica, quindi meglio tenermi un po’ di margine con le ore di luce.

Scatto la classica foto sullo Schlern dal Colle dei Contadini.

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Dal Colle dei Contadini, pedalo una decina di minuti arrivando al Colle dei Signori e quindi all’imbocco dell’E5. Dopo poche centinaia di metri, la montagna mi dà un primo avvertimento.

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Non passano dieci minuti, che subito arriva un secondo avvertimento.

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Fortunatamente si tratta di alberi singoli, che riesco a superare. In realtà, non mi preoccupano molto gli alberi a terra, quanto quelli pericolanti sopra la mia testa. Quindi procedo con molta cautela, più con gli occhi puntati per aria che sul sentiero.

Dopo un po’ di chilometri (ed altri scavalcamenti d’albero) odo il dolce suono delle motoseghe a lavoro, e dal primo maso finalmente il sentiero torna ad essere bello pulito.

Dopo una piccola discesa su sentiero con fondo migliore di molte strade asfaltate, arrivo a Lupicino.

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Dopo uno strappo bello ripido in cui sono costretto a spingere, arrivo su di una magnifica radura erbosa da cui godo di una vista di tutto rispetto sullo Schlern e sul Latemar.

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Dopo una rapida discesa asfaltata, arrivo a Nova Ponente.

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Cerco di raggiungere il sentiero che mi dovrebbe portare a Pietralba ma, purtroppo, incontro questo…

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Ormai ho una certa esperienza, e so che se hanno messo un cartello vuol dire che c’è sicuramente un buon motivo. Quindi, dopo aver maledetto la scelta di usare un cartello di divieto di sosta per indicare un divieto di circolazione (e non è la prima volta che mi ritrovo a maledire scelte sconsiderate sulla segnaletica qui in Alto Adige), opto per la ritirata.

Decido di prendere il sentiero che scende nel fosso del Rio Vallarsa, che avevo già percorso una volta in bici da corsa e copertoncini da 23.

Arrivato nel fosso, incontro un cartello che sembra messo lì apposta per me: Pietralba 1:20 h. Decido quindi di seguire questo sentiero (il 5B), che mi fa risalire dall’altro versante del fosso: una salita RIPIDISSIMA, in cui mi tocca fare un bel tratto con la bici in spalla.

Uscito dal fosso, mi ritrovo letteralmente in una pozza di fango che fa sì che tutti i lubrificanti usati sulla bici vadano a farsi benedire… in effetti il giro stava filando fin troppo liscio per i miei standard.

Risalgo faticosamente fino alla strada asfaltata, solo qualche centinaio di metri più in giù (e quasi un paio d’ore più tardi) dal punto in cui avevo optato per la “ritirata”. Da qui il 5B si dirige ripido e deciso verso un bosco, pur rimandendo pedalabile.

Anche se, di tanto in tanto, la montagna mi ricorda che è bene guardare per aria…

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Dopo alberi scavalcati, “ritirate” poco strategiche, rami nelle ruote e nel cambio, e bagni di fango, arrivo finalmente a questo (è il caso di dirlo) Benedetto santuario:

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All’interno di questo santuario si trovano “splendidi affreschi ed un’impressionante statua miracolosa della Madonna Addolorata”. Io, essendo infangato da capo a piedi, non mi sono permesso di entrare ad ammirare tutto ciò (tornerò con mezzi più consoni).

Finalmente, mi re-immetto nella traccia di nonnocarb. Ora arriva la parte che mi preoccupa, ossia la discesa a Laives. Non conosco il sentiero, e quindi non posso stimare se le piogge lo abbiano ostruito. Guardando Openstreetmap, però, mi pare di capire che si tratti di un sentiero abbastanza importante, quindi non sono troppo preoccupato… a parte per le curve di livello, che mi indicano che il sentiero è praticamente su un precipizio.

Con un po’ di dubbi, e rassegnato all’eventualità di dover di nuovo spallare la bici nel caso tocchi tornare indietro, mi lancio giù per la carrareccia indicata dalla traccia… si tratta del sentiero “Via Crucis”, ossia del sentiero che i pellegrini percorrono da Laives per arrivare a Pietralba.

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Le mie preoccupazioni si rivelano infondate, perchè il sentiero è un’ autostrada che offre magnifici scorci d’autunno sulla vallata sottostante..

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Addirittura qualcuno ha pensato di costruire, a ridosso dello strapiombo, un’ osteria! L’osteria di Mezzavia.

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Che, a giudicare dalle “firme” sui muri, è chiusa ormai da diversi anni.

La parte finale della traccia segue dei sentierini un po’ più ripidi con fondo bagnato, pietre lisce e foglie. Decido di non rischiare, e proseguo lungo la carrareccia. Scopro, così, un maso davvero particolare….

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Scendo per una ripidissima strada fino a raggiungere (nuovamente) il Rio Vallarsa prima, e Laives poi. La discesa si presta a delle ultime foto.

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A questo punto la traccia di nonnocarb sarebbe finita… decido, però di chiudere in bellezza risalendo da San Giacomo verso il sentiero 10A.

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Qui incontro un simpatico vecchietto che tutto arzillo tiene il mio passo in sella alla sua e-bike. In due formiamo una strana coppia che, fino a pochi anni fa, mai si sarebbe potuta incontrare per un sentiero così ripido. In più, mi faccio gratis una piccola lezione di storia sulla sentieristica dei dintorni.

Concludo il tutto con il (per me) classico e trialistico (senza troppe pietre e radici, ma tanti switchbacks belli stretti) 4B, che mi porta dritto dentro l’autolavaggio ai piedi del Virgolo… la bici ha bisogno di una bella doccia!

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Animazione e dati del giretto:

https://www.relive.cc/view/1943318941